Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (Pd) punta sulla privatizzazione da realizzarsi tentando un’aggregazione con un’altra banca. Il Movimento5Stelle, a sentire la parlamentare Carla Ruocco, sembra prediligere invece il break up “statale” del Monte Paschi di Siena con la separazione tra una band bank da far confluire nella società’ pubblica Amco e la cessione di una parte degli sportelli alla Popolare Bari, controllata al 97% da Mcc (sempre a proprieta’ dello Stato).
L’idea di una grande banca del Sud affascina da tempo il mondo della politica e, partendo dai 5Stelle, e’ trasversale a molti partiti.
Il progetto resta vago e ha un solo elemento di certezza: lo Stato dovrebbe investire qualche miliardo per costruire il fantomatico polo bancario del Centrosud. Miliardi che andrebbero ad aggiungersi ai tanti salvataggi di Stato di imprese in crisi. C’è n’è’ davvero bisogno? Banco di Napoli e Banco di Sicilia erano pubblici e sappiamo la fine che hanno fatto. Molte altre banche del Sud, nel corso degli ultimi 20 anni, sono state pilotate da Bankitalia in stato pre-fallimentare all’interno di grandi e piccoli gruppi bancari privati del Nord. È’ andata così’, ma evidentemente la storia è’ stata dimenticata.
Ora, creare artificialmente a spese dello Stato una grande banca commerciale per il Sud, oltretutto basata su una maxi rete di filiali proprio mentre il digitale spinge a razionalizzarne il numero, può’ creare i presupposti per la nascita di un carrozzone statale pagato dai contribuenti di cui non si sente la mancanza. Il business bancario può’ essere fatto efficacemente da privati. Un conto è’ se lo Stato interviene a salvare una banca per tutelare i depositanti. Un altro conto è’ se per motivi di consenso politico si prova a costruire un’Alitalia del credito. Quella del trasporto aereo, basta e avanza.